Andiamo al porto! – Tour in presenza
Dove si trova il porto di Bologna?
09/05/21 ore 15.30
La visita guidata in presenza
Il porto di Bologna è stato situato in più parti dell’hinterland bolognese.
L’ultimo venne realizzato nel 1548 da Jacopo Barozzi detto il Vignola nel luogo in cui il canale Cavaticcio, dedotto dal Canale di Reno, incontra all’interno le mura ed è costituito da un insieme di strutture: la darsena, la settecentesca Salara, i Macelli, il Forno e l’area del Cavaticcio sono ancora oggi riconoscibili.
C’erano anche ampi spazi liberi per il deposito dei materiali non deperibili come il gesso e gli abeti che venivano poi lavorati nelle segherie all’interno della città, alimentate dall’acqua del canale.
Si immagini il via vai di barcaroli, facchini, “carradori”.
L’attività di controllo era svolta dalla Gabella Grossa.
Il bando legatizio del 1602 definì la barca-corriere che due volte alla settimana collegava Bologna a Venezia un “servizio di Stato” pertanto aveva la precedenza su tutti gli altri natanti.
Il Navile
Nel Medioevo la nostra città, che vantava l’antica università, era altamente popolata ed aveva uno dei più importanti porti d’Europa: il Navile era l’idrovia privilegiata per il mare così si collegava a Venezia e all’Oriente.
Con lo sfruttamento delle acque del fiume Reno da cui trassero il canale di Reno, Bologna si approvvigionava di grano dalla Romagna, di sale da Cervia, di legname dall’Istria e del pesce e delle anguille da Comacchio ed esportava canapa e seta.
Il suolo argilloso, le frequenti piene, il clima, non rendevano durevoli le strutture realizzate all’esterno delle mura.
I sostegni bentivoleschi non resistevano a lungo e nel 1515 si costruì un nuovo scalo a Corticella, ma il problema si risolse solo con il Vignola che progettò il porto come una struttura architettonica all’interno delle mura dopo aver reso stabilmente agibile il tratto da Corticella a Bologna.
Un breve tratto locale della cinta urbana è ancora visibile proprio di fronte alla Salara e permette di raccontare la vita e l’economia dell’area di una città papale che stava per rinnovare anche il cuore della città stessa.