La via della seta bolognese: trame d’incanto, sete fruscianti e sete dipinte
Collocato in un’antica fornace di laterizi, questo bellissimo museo ci catapulterà nella Bologna dell’acqua e della seta. Una ricostruzione dell’organizzazione dell’antico network urbano della produzione serica, dove faremo un percorso narrativo integrato da modelli di macchine funzionanti, allestimenti scenografici (stanza del mercante, piazza della produzione, ricostruzione di acconciature con velo di seta), strutture interattive (teatro delle acque e dei mulini, plastici), dia-proiezioni, documentari. Chi erano i mercanti e i tessitori di seta? Com’era la loro vita?
Partiremo dalla visita all’Opificio delle acque alla Grada: qui le varie stanze dell’antica casa-luogo di lavoro dove l’energia per le macchine era tratta dall’acqua, ci offriranno l’occasione per raccontare dell’importanza delle opere che seppero fare i bolognesi fin dal Duecento e che consentirono di governare per secoli il flusso dell’acqua dei canale per distribuirla alle diverse attività produttive, industriali, artigianali ed agricole.
Bologna città della seta e Prato città della lana sono accomunate da una storia secolare di scambi e commerci che avvenivano attraverso le vie dell’Appennino. Era lungo questo tracciato infatti che gli antichi mercanti commerciavano i loro beni e le loro eccellenze tra due parti distinte d’Italia; la Toscana, affacciata sul Mar Tirreno e l’Emilia Romagna, da sempre in contatto con il Nord Europa e, attraverso i porti adriatici, con il vicino Oriente. Anche a Prato si usava un sistema idraulico di canali simile a Bologna e questi due importanti centri di produzione tessile diedero vita ad una fitta rete di commerci attraverso l’antica rete viaria che oggi si può ripercorrere in tanti modi. Noi lo faremo in treno.
Una visita “diversa” alla Pinacoteca di Bologna per raccontarvi attraverso i suoi capolavori la preziosità e la bellezza dei tessuti nella storia dell’arte. Sono cinquemila anni che il filo sottile e lucente, generato dalla bava di un lepidottero dà origine al più bello dei tessuti. La seta oltre che un tessuto è sempre stata in Occidente, un vero status symbol di agiatezza e di esclusività. Per la sua morbidezza, lucentezza, flessuosità e freschezza, infatti già a prima vista suggerisce un senso di benessere e bellezza. Una fibra resistente che veniva da terre lontane, con la particolarità che il suo filo può raggiungere metri di lunghezza. Guido Reni, Raffaello, Vitale da Bologna presentarono all’Europa la bellezza dei veli bolognesi sulle loro Madonne e Sante e noi andremo a fare un vero e proprio viaggio a guardare da vicino con quanta maestria si possa aver dipinto nelle varie epoche e con differenti stili l’organzino, la crepe de Chine, il taffetà, lo chiffon, il raso, il velluto, il damasco, lo shantung e poi le vesti sacre, le acconciature, i gioielli, le calzature. Un tuffo nella bellezza ed eleganza dal Medioevo al Settecento passando per il Rinascimento ed il Barocco.
ATTENZIONE > è inclusa nella visita la sezione della Pinacoteca dedicata alla MOSTRA “GUERCINO NELLO STUDIO“
Michela MiCa Cadamuro
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